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martedì 23 ottobre 2018

I PERSONAGGI DI LIVORNO: GIOVANNI FATTORI


Giovanni Fattori è nato a Livorno il 6 settembre 1825 ed è morto a Firenze il 30 agosto 1908. E' considerato tra i maggiori pittori italiani dell'Ottocento ed il maggiore esponente dei movimento dei Macchiaioli.
Fattori iniziò ad informare i primi personali orientamenti artistici quando, dagli anni '50 dell'Ottocento, iniziò a frequentare il Caffé Michelangelo a Firenze, animato da giovani amici artisti che avevano dichiarato "guerra" all'arte classica.
Giovanni Fattori, mostrandosi insofferente verso la pittura accademica ed ai temi storico-celebrativi, aderì di spontanea volontà alla "macchia", una nuova tecnica pittorica ed espressiva legata con la poetica naturalistica.
Fattori voleva instaurare una pittura di "impressione" modulando i volumi e le lontananze non più con il tradizionale chiaroscuro, bensì con la giusta opposizione omogenea di campiture di colore accordate tra di loro in base al "tono", al "valore" ed al loro conveniente "rapporto".
Questa prassi aveva i suoi presupposti nelle dinamiche della percezione visiva: la presenza della macchie, infatti, è giustificata dal fatto che l'occhio umano è colpito solo dai colori, che con le loro brusche interruzioni descrivono i contorni degli oggetti.
I dipinti di Fattori trattano gli aspetti più quotidiani della realtà, quelli meno appariscenti e per questo motivo più dolorosi. A queste tematiche l'artista si accostò con diverse disposizioni d'animo, presentando talvolta una grande ed innocente coinvolgimento lirico ed altre volte facendo prevalere l'intento polemico, ironico e descrittivo.
Giovanni Fattori è ben rappresentato in numerosi musei italiani, fra i quali il Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, la Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze, la Pinacoteca di Brera a Milano e la Galleria Civica d'Arte Moderna a Contemporanea di Torino.
Giovanni Fattori ha influenzato numerosi artisti tra i quali Plimio Nomellini, Osca Ghiglia, Giuseppe Pelizza da Volpedo e Amedeo Modigliani.

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